La Storia della Fiat 500 – Le origini
Quali sono le origini della Fiat 500? Quale la storia della Fiat 500? Molti di voi lo sanno già ma per altri può essere curioso scoprirlo. Grazie alla collaborazione di Stefano di Passione 500 riproponiamo i post del suo Blog che abbiamo trovato sul web.
Le origini
Nel Luglio 1957 la fiat presentò la 500 una piccolissima utilitaria con un motore a due cilindri e dalla velocità massima di 85 chilometri orari. Erano passati solo due anni dall’uscita della 600 e il lancio di un modello più o meno analogo a quello precedente era parso a molti insensato, in quanto si pensava che avrebbe finito per far concorrenza all’altro. Tanto più in considerazione del fatto che si era dovuta apprestare un’apposita linea d’assemblaggio per una potenzialità di mezzo migliaio di vetture al giorno.
Ma Valletta non aveva voluto sentire ragione. E anzi, dopo che il prezzo della benzina era aumentato per via della crisi di Suez, aveva messo fretta ai suoi collaboratori perchè sfornassero al più presto una superutilitaria che consumasse il meno possibile. Giocosa aveva dovuto fare i miracoli non solo per realizzare rapidamente il progetto, ma per allestire una vettura che fosse un concentrato di soluzioni tecniche tali da poterla mettere in vendita a un prezzo di parecchio inferiore a quello della 600.
E alla fine era riuscito nell’impresa realizzando un modello con un padiglione più sostenuto rispetto alla versione iniziale, con una panchetta posteriore senza imbottitura, con vetri fissi e le ruote prive di coppe. In compenso si trattava di una macchina dai consumi e dai costi d’esercizio ridotti all’osso, e con un’ eccellente tenuta di strada. Peraltro l’uscita della nuova utilitaria si risolse sulla prime in un grosso insuccesso. Non già perchè quell’auto era minuscola, ma perchè troppo modesta era la potenza del motore, di soli 13CV; non aveva un vero e proprio sedile nella parte posteriore, e mancava di qualsiasi accessorio. Si dovette correre in fretta ai ripari, per presentare una nuova versione , che fosse più gradita al pubblico, ai primi di novembre al salone dell’auto.
Ancora una volta Valletta chiese a Giocosa di compiere un miracolo, e questa volta la vettura che usci dalle sue mani incontrò il favore del pubblico, in quanto il motore risultava potenziato, in modo da consentire una velocità più alta e una ripresa meno asmatica, e erano stati introdotti dei miglioramenti tali da rendere la macchina meno povera e più confortevole. Fu necessario tuttavia ritoccare il prezzo di listino, portandolo a 217 euro – 13 euro in più della prima edizione. Per Valletta la Nuova 500 così chiamata per distinguerla dalla Topolino avrebbe dovuto diventare la prima macchina per chi ancora ne sognava una. In realtà, per quanto fosse stata concepita e realizzata per milioni d’acquirenti, non era ancora alla portata di tutti: mezzo milione di lire rappresentavano quasi dieci volte il salario di un operaio di prima categoria e sei volte lo stipendio di un impiegato statale.
Valletta decise così l’anno dopo di ridurre il prezzo della versione base a 204 euro e della successiva a 225 euro, e di abbassarlo ulteriormente in prosieguo di tempo, a seconda di come fossero andate le cose. In realtà non ci volle molto, non più di sei-sette mesi, per vincere la scommessa, anche se la marcia trionfale della 500 (quella che porterà la sua produzione a superare entro il 1975 la cifra di quattro milioni di esemplari) cominciò in pieno a partire dal 1960. Ma già nel biennio precedente, grazie al successo della nuova vettura, la Fiat aveva compiuto un autentico balzo, passando da poco più di 300.000 unità prodotte a 425.000. E nel frattempo era comparsa sul mercato anche la Bianchina, un’altra vettura di piccolissime dimensioni, costruita dall’Autobianchi, la società che Valletta aveva creato due anni prima di concerto con Leopoldo Pirelli e Edoardo Bianchi.
Nel prossimo post parleremo della storia della fiat 500, la prima Cinquecento, della Fiat nuova 500
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Bellisimo!!!!!
Grazie….ma quale fu il primo colore con cui FIAT lancio’ la macchina? Grazie