La prova di durata della Fiat 500 del 1958: la sfida che fece la storia

Nel 1958 la Fiat 500 fu protagonista di una prova straordinaria: 100.000 km percorsi senza sosta, per dimostrare al mondo la sua affidabilità.

🚗 Una sfida senza precedenti

Correva l’anno 1958. La Fiat 500 d’epoca, quella piccola utilitaria che aveva appena iniziato a girare sulle strade italiane, era già diventata un simbolo di libertà e mobilità per tutti. Ma c’era chi ancora dubitava della sua affidabilità: “Come può una macchina così piccola resistere a un lungo viaggio?

Per mettere fine a ogni dubbio, Fiat decise di alzare l’asticella: far percorrere alla vecchia Fiat 500 100.000 chilometri senza mai fermarsi. Un test durissimo, organizzato da Quattroruote, che avrebbe messo alla prova non solo il motore, ma ogni singolo componente dell’auto.

L’ingegnere F. Moscarini prese le redini della sfida, affiancato da un team di piloti esperti. Giorno e notte, la vecchia cinquecento avrebbe macinato chilometri su un percorso studiato nei minimi dettagli. L’obiettivo? Dimostrare al mondo che la Fiat 500 non era solo bella da vedere, ma anche affidabile e resistente.

Una piccola utilitaria pronta a sfidare le grandi del mercato: questa era la Fiat 500 d’epoca.


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🏁 Un percorso studiato al millimetro

Il percorso scelto non lasciava spazio all’improvvisazione: un circuito di 1203 km da ripetere più e più volte, attraversando città, strade di montagna e rettilinei veloci.

I tre settori principali erano:

  • Roma – Napoli – Foggia (405 km)
  • Foggia – Bari – Pescara (459 km)
  • Pescara – Ascoli – Terni – Roma (339 km)

Questo significava affrontare di tutto: traffico cittadino, tornanti in salita, discese ripide e lunghi tratti costieri dove il motore doveva girare a regime costante di 78 km/h. Una prova che avrebbe messo alla corda anche le auto di cilindrata superiore.

I piloti si alternavano ogni 8 ore, seguendo una tabella di marcia precisa al secondo. Niente pause lunghe, niente rallentamenti: solo brevi soste per rifornire e controllare i livelli di olio e carburante.

Guidare a 78 km/h costanti era più difficile che correre a 150 km/h su pista.


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🔧 Una Fiat 500 pronta alla battaglia

La vecchia Fiat 500 utilizzata per la prova era una versione di serie, senza modifiche particolari al motore o alla meccanica. Però, alcuni dettagli furono rinforzati per sopportare lo stress della prova:
✅ Furono installati fari antinebbia supplementari per le sessioni notturne.
✅ Venne aggiunto un termometro dell’olio e un tachigrafo per registrare ogni variazione di velocità.
✅ Le sospensioni furono rinforzate per resistere alle vibrazioni e agli urti continui.
✅ Il motore, però, era lo stesso della versione standard: nessuna modifica alle prestazioni.

La vera sfida era questa: dimostrare che una Fiat 500 d’epoca di serie poteva affrontare una maratona di 100.000 km senza cedimenti.

Nessun trucco, nessuna modifica speciale: solo la forza di un motore nato per durare.


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🌙 Notte e giorno sulla strada

Una delle immagini più iconiche della prova fu quella della Fiat 500 che arrivava nella notte alla stazione di servizio di Roma. Ricoperta di polvere, con i fari illuminati e il rumore del motore che girava ancora regolare.

I piloti, in tuta bianca, scendevano stremati dopo ore di guida. I meccanici si avvicinavano subito per controllare la pressione dei pneumatici, verificare l’olio e registrare i dati di marcia.
Ogni piccola vibrazione, ogni minimo rumore veniva annotato nei rapporti tecnici.

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Superare il traffico cittadino di Napoli era una sfida. Affrontare i 2200 tornanti tra Pescara e Roma metteva alla prova il sistema di raffreddamento. E i lunghi rettilinei dell’Adriatico, a velocità costante, testavano l’efficienza del motore.


❤️ Uomini e macchina, una sfida mentale e fisica

Per i piloti, questa prova era un gioco mentale. Restare concentrati per ore, mantenere una velocità costante, evitare ogni errore… una distrazione poteva compromettere l’intera prova.

Come raccontò uno dei piloti:
“Era più difficile mantenere 78 km/h costanti che correre a 150 km/h in pista. La concentrazione richiesta era totale.”

Moscarini e il team di Quattroruote seguivano ogni dettaglio. I tachigrafi venivano ritirati alla fine di ogni giro e analizzati con precisione: ogni curva, ogni frenata, ogni accelerazione era registrata e studiata.

Non era solo una prova per la vecchia Fiat 500: era una dimostrazione di forza, resistenza e passione.


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🏆 Un test che stava entrando nella storia

Dopo settimane di marcia continua, la Fiat 500 d’epoca continuava a sorprendere tutti. Il motore era ancora elastico, il cambio preciso, i freni perfetti.

Quattroruote aggiornata regolarmente i lettori sui risultati della prova. La vecchia cinquecento stava dimostrando al mondo che una piccola utilitaria italiana poteva competere con le grandi auto straniere.

La Fiat 500 d’epoca non era solo un’auto: era un simbolo di resistenza e affidabilità.


👉 Nel prossimo articolo ti racconterò come si è svolta la prova e i risultati finali. Tu hai mai guidato una vecchia Fiat 500 per un lungo viaggio? Raccontaci la tua esperienza nei commenti!


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