Il restauro (seconda parte) – La carrozzeria della Fiat 500
Bentornati a tutti gli appassionati della mitica Cinquecento d’epoca
Proseguiamo i nostri articoli sul restauro della Fiat 500 e oggi ci occupiamo in particolare della carrozzeria.
Mentre ci apprestavamo a scrivere questo post, abbiamo trovato su internet una accurata descrizione di Marco Novelli che ci ha autorizzato ad utilizzare un suo lavoro già presente in rete. Grazie Marco!
Se avete dubbi o curiosità, contattatelo sulla sua mail: nuvell@libero.it
Nell’articolo precedente abbiamo visto come trovare una Fiat 500 d’epoca con le giuste caratteristiche per procedere al restauro. Una volta fatta la nostra scelta possiamo partire con il restauro vero e proprio. Come consiglia Marco, se volete eseguire un restauro fedele all’originale, osservate i particolari più evidenti che devono essere originali come ad esempio per le F (e tutte le F dal ’65 al ’72): il baffetto cromato in plastica sul frontale, la scritta “nuova 500” in alluminio sul cofano motore (questo solo per gli anni produzione ’65,’66,’67 e probabilmente fino al settembre del ’68 mese in cui venne presentata la L e pertanto anche il logo a “rombi” che fu adottato dalla F con la scritta “FIAT 500”).
Sono da tenere presenti altre modifiche: dal ’68 in poi, sulla F, il claxon, presente nelle versioni precedenti nel foro centrale dietro al baffetto cromato, fu spostato nella parte bassa della vettura in analogia al modello L, i sedili furono realizzati in tinta unita, il posacenere cambiò leggermente forma e ne fu invertita l’apertura (dal vetro anteriore verso i sedili); cambiarono anche leggermente forma gli interruttori della plancia comandi.
Dagli anni 1970/71 in poi, nei modelli F, L e dal ’72 nel modello R, il porta luce targa cromato sul cofano posteriore (che nelle prime serie F era in alluminio come la D – materiale usato anche per le maniglie chiusura porte come le prime D) venne spostato più in alto sul cofano motore (probabilmente per illuminare meglio la targa).
Potrà sembrare strano, ma il restauro di una Fiat 500 ha inizio dalla parte più bassa della vettura, ovvero dal fondo. E’ consuetudine di molti carrozzieri restaurare la parte più evidente della carrozzeria.
E’ molto importante, al fine di ottenere un restauro come si conviene, incominciare proprio dal basso. Dopo aver tolto i sedili, i tappetini e il fondo in gomma (in moquette per la L) verificare lo stato di conservazione dei fondi dall’interno e, per quanto possibile, da sotto
Dopo aver smontato il motore, i semiassi, la meccanica e gli organi annessi (scatola guida ecc.), iniziare dalla raschiatura dei vecchi strati di antirombo (quasi sempre presenti) sino a portare a nudo la carrozzeria del cinquino (che è portante) sopra e sotto.
La sabbiatura può essere una soluzione ma, ahimè, indebolisce troppo la lamiera, perché oltre a togliere la vernice si porta via anche del metallo. Pertanto è consigliato raschiare la vecchia vernice mediante una spatola, scaldandola prima con il cannello a gas.
Se si è certi che la parte di sopra non abbia parecchi strati di vernice ma uno solo, si potrebbe evitare la raschiatura a cannello della parte di sopra (sotto va sempre fatta perché è certa la presenza di ruggine) e passare alla raddrizzatura, stuccatura (pochi decimi di stucco!!) e seppiatura.
Eseguita questa fase di pulitura, controlliamo ora le parti meccaniche più grandi (trapezi, balestra, braccetti sospensioni anteriori, mozzi e semiassi ecc.) che avevamo smontato in precedenza e, se è il caso, procederemo al restauro od alla loro sostituzione.
Se le traverse sotto il telaio (che vanno da una porta all’altra), i passaruota, il porta-batteria e tutto quello che si vede è sano , lasceremo tutto così, diversamente cambieremo i pezzi necessari.
Nella parte di sotto, anzichè ridare il fastidiosissimo ed antiestetico antirombo nero, spruzziamo l’antiruggine epossidico, aspettiamo che asciughi e mettiamo del mastice isolante nelle giunte, nei passaruota, nei giunti dei fondi, nelle traverse, nel cofano davanti…ecc.
Terminata questa fase, passiamo all’applicazione dell’antirombo (prodotto diverso da quello usato una volta che si staccava e facilitava la formazione della ruggine) su tutta la superficie del fondo, sui passaruota (parafanghi) e nel cofano motore.
Sulla parte della carrozzeria “alta”, ovviamente, eseguiremo la lavorazione nella classica maniera che è conosciuta.
In seguito passeremo all’applicazione della vernice (alla “nitro” come in origine) in questo modo:
1) Cinquecento nate fino al 1970, verniciare anche il fondo con lo stesso colore della carrozzeria, passaruota compresi;
2) Cinquecento nate dopo il 1970, verniciare la carrozzeria ed i passaruota dello stesso colore; il fondo può rimanere solo con l’antirombo nero. Su questo argomento dobbiamo tenere presente che essendo un’auto a telaio “portante” è difficile che la Fiat non verniciasse anche il fondo dello stesso colore della carrozzeria. Infatti il sistema di verniciatura della carrozzeria prevedeva una pre-verniciatura eseguita a mano dagli operai ognuno per le sue competenze (chi il frontale, chi il cofano motore, chi il fianco destro e così via) dopodichè l’auto passava alla spruzzatrici automatiche (robot dell’epoca) che la rifinivano. E proprio per il fatto che i sottoporta venivano verniciati, così anche gli attacchi dei trapezi, della balestra ecc., anche se non volutamente, tutto il fondo venisse verniciato. Sembra una cosa logica: vernicia di qua, vernicia di la, vernicia da destra e da sinistra e il fondo rimane tutto verniciato… Pertanto non è sbagliato fare tutta l’auto uniforme, poi vuoi mettere il risultato?
Alla fine, per preservare l’auto dalla ruggine (nemica n°1), applicheremo uno o due strati di “Protettivo per scatolati” “3M” o “Tektil” o similari (grasso liquido protettivo) che cola e s’insedia in tutti gli interstizi più nascosti e nelle giunture delle lamiere: portabatteria, porta ruota di scorta, parafanghi anteriori (accedendo dal cofano), parafanghi posteriori (accedendo dai fianchetti e dai fanali dietro), scatolati sottoporta, portiere.
Nella prossima parte parleremo dei colori originali delle Fiat 500 d’epoca. Alla Prossima !!
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Non credo che la Fiat nel 70 adoperasse ancora vernici alla nitro,non esistevano ancora vernici a due componenti ma esistevano vernici sintetiche mono componente con cottura a forno a 120 gradi